lunedì 8 agosto 2022

Capitolo I - Cose che non capisco

Ci sono cose che non capisco, a cui nessuno dà la minima importanza, e quando faccio una domanda mi rispondono con frasi di circostanza.

sabato 6 giugno 2020

Capitolo 102 - Vedi cara

Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
Che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora
Anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perché
Questo tempo dura ancora.
- Francesco Guccini
Torno ad utilizzare questo spazio dopo l'ennesima minaccia di denuncia a mio indirizzo. Inutile dire che non è un modo per nascondermi, ma solo per non attivare il filtro cattiveria che ho su https://vixlarox.wordpress.com/ e che mi evita che le suddette minacce trovino fondamento. Questo blog è "nascosto in bella vista", è di facilissima consultazione e non ci stanno cazzi. Se vuoi, ci arrivi, in sunto.
La questione è una sola: ho chiuso con l'unica che abbia mai definito la mia Migliore Amica e in parte mi sento colpevole di questa fine. Poi mi fermo un momento a pensare alle motivazioni che mi ci hanno portato e mi passa. Voglio credere di essere cambiata, ma più di tutto è cambiata lei. È andata a vivere a casa di un tizio che scrive ad altre donne che vorrebbe insaponare le loro schiene sotto la doccia, si fa le canne dentro casa e la tratta dandola per scontata. È pur vero che il rapporto che mi legava a lei era forse troppo eccessivo per essere un'amicizia tra donne, tenevo a lei in un modo che forse nessun uomo riuscirebbe a raggiungere, ma posso giurare che questo sentimento non fosse assolutamente bisognoso di cure. Mi bastava sapere che ci fosse, che stesse bene, per stare bene. Per questo ho accettato questo rapporto senza dirle che questo avanzo di fogna non meritava neanche di respirare la sua stessa aria. Per questo ho rispettato i suoi spazi quando in quegli spazi non c'era più traccia di me. "Non siamo fidanzate, è ovvio che debba nutrire la sua relazione" mi dicevo. Poi è arrivata la quarantena e le puttanate anarchiche a cazzo di cane. E da lì ho cominciato a pensare che il mio errore di valutazione mi aveva condotta a considerare un sasso di fiume come se fosse una pepita d'oro. Ne ho avuto la conferma quando davanti alla morte di un altro essere umano ha parlato di orgoglio ferito e di essere indispettita per aver avuto la notizia dalla persona sbagliata. 
Prendere la decisione di troncare e finire a farlo in malo modo è stato uno sforzo importante, ma l'ho fatto con consapevolezza, più di ogni altra decisione presa finora. Ciò che è venuto fuori dopo non ha fatto altro che confermare la consistenza del suddetto sasso di fiume. Praticamente è venuto fuori che nel periodo in cui mi sono completamente affidata a lei per superare la rottura con Piero, lei sentiva frequentemente e a lungo (anche per ore) lo stesso Piero per il quale mi struggevo, semplicemente perché le faceva piacere ricevere le sue attenzioni. Si sentiva combattuta, non sapeva effettivamente da che parte stare (quando io ho sempre pensato che fossimo una squadra, una famiglia, un'unione inscindibile di anime) e decise di lasciar perdere lui solo quando scoprì di non essere l'unica destinataria di tali attenzioni. Non per me, quindi. Sono rimasta sconcertata dal venire a sapere questa cosa, in particolare per la considerazione che fino a febbraio di quest'anno avevo di lei. 
Per concludere, ha contattato uno dei miei amici dicendo di POSSEDERE LA VERITÀ su di me, a scapito di tutte le menzogne delle quali mi circondo. Menzogne che, ad oggi, non ho idea di dove risiedano nello scibile umano. Questo vuol dire che si sente talmente bruciare in culo che cerca di rovinarmi. Dimostrazione, poi, più che lampante è il messaggio ricevuto dal suo telefono a nome del ratto da latrina che millantava l'ennesima denuncia alla polizia postale. Le opzioni quindi sono due: o la postale ha una mia fotografia e mi dà la caccia come Zenigata a Lupin III, oppure per recuperare le gonadi perdute dietro alle fighe di legno con le quali si intrattiene virtualmente ha avuto questo sprazzo di cavalleria nei confronti di quell'altra decerebrata. 
Certo è che oggi si è fatta viva con l'amica in comune per saldarle il debito per Netflix, sulla base di un pagamento che sarebbe dovuto avvenire a gennaio. Penso che fosse un modo come un altro per riattaccare bottone, cosa che con me dubito avverrà. Se dovesse succedere, la prima cosa che le sbatterò in faccia sarà questa situazione dell'indecisione tra me e Piero e da lì sicuramente non tornerò indietro. È una ferita troppo grande e profonda per essere risolta pacificamente. E, come disse un popolare bestseller, "là sarà pianto e stridore di denti".
O, semplicemente, cazzi amari.

lunedì 25 luglio 2016

Capitolo 101 - Il timido ubriaco

Sposa, domani ti regalerò una rosa.


Non ti inviterei al mio matrimonio. MANCO MORTA. Tu non meriti di vedermi felice né di partecipare alla festa, le bomboniere, la torta... no! 
Che cazzo vuoi?

Questo è quello che in preda al secondo Sex on the beach ho appuntato su un quaderno al volo durante la serata post matrimonio di Cristina e Carlo. Sono stata in preda al delirio a causa della presenza di Mirko, il fidanzato storico di Cristina, invitato alla festa assieme alla compagna. Non è così che mi immagino il mio matrimonio. Non esiste. Mirko lavora con Carlo ora e la cosa è inconcepibile già così. Tu dici: "Cristina ha voltato pagina, ha una figlia, un lavoro, fa una vita nuova.". Si, ma Mirko è lì. Non se ne è mai andato. E forse per lei non conta, ma sa che c'è.

Con il mio matrimonio sarà diverso. Azzardatevi a presentarvi e quant'è vero che mi chiamo Valeria vi tiro una scarpa.

sabato 9 luglio 2016

Capitolo 100 - Vaffanculo

E finalmente arriviamo a cento. Perché questa bella canzone di Marco Masini? Perché oggi ho subito una censura da qualcuno che censurerebbe anche sua madre se la pensasse diversamente da lui, perché mi sono spinta a scrivere: "Amiche (o presunte tali) che mi dicono di non fidarsi più di me a causa di pettegolezzi messi in giro dai preadolescenti, scazzo, rotture di palle e tanto caldo.". Chi mi legge con costanza (e soprattutto IO che mi leggo praticamente sempre) sa quanto mi sia costato non sputare in faccia al lettore il nome ed il cognome dell'interessata. Adesso inizia la parte divertente: il compagno scrive sotto il link al blog "quelli che parlano in faccia...". Io colgo la palla al balzo e dico: "Ho già parlato in faccia e metterlo su Fb piuttosto che tenerlo nascosto da qualche parte ne è la dimostrazione. O no, @tiziodelmistero?". Da qui siamo arrivati a millantare querele e controdenunce per farmi togliere quella parte. Ho replicato che non vedevo l'offesa, ho solo detto quello che è successo. Ad un certo punto mi è sembrato anche di sentire: "Se non lo fai non siamo più amici", ma non posso giurarlo. Come se, dopo avermi minacciata, potessi ancora pensare di essere tua amica. Il tutto concluso con un bel "Sei una brava ragazza, fai tante cose buone, ma te ne esci con certe cose veramente infantili". Disse quello che aveva staccato col mignolino per difendere l'onore scalfito nel profondo della propria donna. Tutto potrebbe essere concluso con un bel MA VAI A CACARE, come mio solito, se non fosse che queste persone fanno il mestiere più bello del mondo: insegnano musica, precisamente la donna lesa nell'orgoglio è la mia maestra di canto, Angela. Ora aspetto la querela.
Perché lo sto scrivendo? Perché se prima le cose si facevano alla luce del sole e ciononostante mi è stato riversato addosso tutto questo, ora mi limito al mio bello spazietto blogspottiano, ma almeno mi libero di tutto quello che devo dire, senza allusioni varie. La cosa peggiore è che lei è una povera vittima. Ieri mi ha chiesto perché avessi scritto quella frase e le ho spiegato che sentirmi dire che non ci si può più fidare di me non mi ha sicuramente fatto fare i salti di gioia. Lei ne ha preso atto e mi ha chiesto di non far finire su Fb certe cose perché la gente ci avrebbe cucito sopra. Le ho ribadito che nessuno sapeva della nostra discussione e attribuire quella frase a lei è stata una sua propria interpretazione. La discussione è finita lì, per me. Quando poi ho trovato il commento del compagno ho detto: "Questo è idiota, si è appena dato la zappa sui piedi. Avrebbe potuto fare l'indifferente e nessuno avrebbe mai pensato a chi potesse essere riferito.". Conclusione della cosa: dovevo sfogare. Ora so che questo intervento resterà qui, che non andrà su Facebook e non ci saranno altre discussioni solo perché sono convinti di aver avuto l'ultima parola. Ma sono INFANTILE, quindi GNE GNE GNE ve l'ho fatta sotto il naso. A parte queste stronzate, avevo bisogno di scrivere. Forse non lo capiscono, ma razionalizzare queste cose sul MIO blog mi fa prendere le distanze dalle cose che succedono. Fatto sta, che prima di cancellare il post e prima di cancellare la frase, l'intervento è stato letto da una ventina di persone, alcune provenienti dal social, altre di passaggio. Quindi, ormai, fatto trenta, facciamo trentuno!

È uscito il mio libro. Fino ad oggi ho venduto 30 copie. Non sono tante, ma non sono poche. Sono abbastanza soddisfatta, quindi VAFFANCULO, ce l'ho fatta. È proprio ricorrente questo titolo.
Insomma, senza dilungarmi ulteriormente, mi sto togliendo dei sassolini dalle scarpe. Quindi brindiamo a questo cento, alle copie vendute e a quelle da vendere, alle risate e alle cose dette in faccia, ma che si preferisce non sapere. Perché quando sono critiche positive, siamo una famiglia. Quando qualcosa non va, sono querele.