mercoledì 27 luglio 2011

Capitolo XXXI - Soddisfazioni

Ho fatto Simone una merda, di persona. "Sai, ti ho sognata stanotte e ora ci siamo incontrati... è il destino!" "Che destino infelice". Sono passata a testa alta sopra le guardate storte di quella puttanella di Marya. Ho felicemente parlato con Bender mentre Babs e quella cessa della fidanzata Gleeptomane mi squadravano sconcertati. Ho salutato sorridente Fabio ed Ernesto che venivano nella mia direzione senza provare l'impulso di spaccar loro le teste (ma più a Fabio).

Ma soprattutto...



...Pino mi ha portato a Caserta Vecchia con questo gioiellino.

Mica Cazzi.

martedì 19 luglio 2011

Capitolo XXX - Inno verdano

Un po' di sana intolleranza, tante volte mi sono imposta di acquisirla, ma ora è giunto il momento di agire. Mi sono rotta i coglioni di fare la bambolina carina che aspetta di essere usata, giocata e rimessa sullo scaffale. A parte che i pizzi e i merletti non mi hanno mai donato, ma la posizione di supremazia va conquistata non grazie all'accondiscendenza, con un po' di sano menefreghismo. Ha ragione la mia terapeuta quando mi dice che tendo a giustificare i comportamenti degli altri, l'ho già scritto, ma ora ho capito cosa vuol dire: abbassare la testa e piegarsi alla volontà di chi sa che ci sarai. Mi sento profondamente ferita nel profondo quando succede, ma non per morale cristiana (che consiglia di porgere l'altra guancia) o per spirito di compassione: perché fondamentalmente ciò su cui gli altri passano sopra resta chiuso nel mio dannato animo e divento magicamente il feticcio che si prende gli aghi, piuttosto che chi ce li infila. Nulla di ciò che credevo mi identificasse lo fa davvero, e mi ritrovo a guardarmi allo specchio cercando di definire una sconosciuta. Non sono pacifista, bramo la lotta, il conflitto, la guerra e la supremazia a scapito dei più deboli. Non sono agnostica, è che proprio la religione la schifo, quindi proprio no. Non mi piace il confronto, mi sta sul cazzo scendere a compromessi, ma è vero che amo la libertà. La vita fa schifo perché c'è chi contribuisce di giorno in giorno a renderla tale, non sono un'hippie anche se mi piace guardarli e vederli sognare. Non sopporto chi giudica le persone senza conoscerle, chi non sa come sentirsi meglio se non denigrando gli altri, chi si lascia prendere la mano, chi fa troppo schifo per rendersi conto che fa schifo e chi non si rende conto che è SOLO LA COPIA DI MILLE RIASSUNTI. Comincio a pentirmi di aver fatto determinate esperienze con persone del genere, rimpiango di non essere stata più stronza. Sono desolata per non aver fatto abbastanza male e sono insoddisfatta del ruolo che ora occupo per non essere tanto perfida da fare male davvero. Mi allenerò, posso fare di meglio di tutto ciò che ho fatto finora.

Tempo al tempo.

domenica 17 luglio 2011

Capitolo XXIX - L'appapparenza

Che grande concerto. Uno spettacolo completo, luci giuste e acustica meravigliosa. Evviva U' Papun!

giovedì 14 luglio 2011

Capitolo XXVIII - Il silenzio dei colpevoli

Io ti capisco, sai? Anche se hai fatto la scelta più drastica, forse sarebbe stata la stessa che avrei fatto io, nei tuoi panni. Ti capisco quando dici L'AMBIENTE INTORNO MI STA STRETTO, e capisco la voglia di uscirne, di cercare soluzioni facili, di fregartene di quello che ti dicono, perché chiunque te lo dica in quel mondo ci vive e ci sta bene, o se non ci sta bene si costringe a farlo. E questo proprio non lo sopporti. Ti parlano di "periodo no", ti vogliono a tutti i costi sano e spento. Non sanno che nel profondo hai un mostro che vuole gridare la sua ira contro tutto ciò che c'è. Si limitano a dirti che passerà, come se volessero zittirti, perché così le loro coscienze saranno pulite, sarai sedato e ti adatterai come hai fatto finora. E' così che è andata, vero? Anche a me fa schifo tutto questo. Il solo pensiero di esservi condannata mi fa dare di matto. Ma io i soldi per l'eroina non ce li ho, e nemmeno quelli per una psicologa che mi segua. Per questo ho trovato la Corvino. Lei almeno mi ascolta senza esserci costretta da una parcella. Non è la mia salvezza, come la Spagna non lo sarà per te, ma ci proviamo. Ostacoli ci sono, nessuno dice che sarà facile, ma tentare non costa nulla. Tu come stai? Lì sei felice? Io sto cercando di esserlo qui, nonostante non sia facile stare perennemente a contatto con chi ti limita, ti giudica e tende a metterti etichette senza averti mai parlato una volta. O magari chi ti capisce, tende a darti una mano, ma non ha la minima idea del terremoto che hai dentro, vorrebbe, ma non ce la fa. Sai cosa mi ha detto la terapista? Che tendo troppo a giustificare gli altri. Cosa dovrei fare allora? Lo so solo io, lei non lo sa. Bene, cerchiamo una soluzione. Smettiamo per un attimo di giustificare gli altri. Oh oh, primo ostacolo: come faccio a vivere tutti i giorni sotto lo stesso tetto con qualcuno che non ha idea di come svolgere il ruolo genitoriale che egli stesso ha scelto? Indifferenza. Ok, possiamo procedere. Oh oh, secondo ostacolo: con chi posso parlare senza pensare che sia un emerito idiota, un fascista, un idealista, un esaltato, una puttana, una superficiale, un/un'opportunista, una merda vivente? Ne restano due o tre, che non siano miei familiari o "costretti" a starmi accanto da un rapporto sentimentale. A chi interessa davvero azionare il cervello? A nessuno. A me piacerebbe tanto. Limite. Profondo senso del limite e che faccio, mi metto ad urlare come una matta come facevo due anni fa sul Monumento di Caserta? No. Mi sto e cerco di non pensarci e passare avanti, anche io avrò dei difetti. Ma perché i miei sono sempre al vaglio e quelli degli altri vanno nascosti, omessi o polverizzati? Perché fondamentalmente fare ciò che vorrei comporterebbe per me più sacrificio del fare ciò che non vorrei.

Era tanto che non scrivevo senza neanche seguirmi. Il flusso di incoscienza talvolta ritorna anche senz'alcool.