martedì 2 giugno 2015

Capitolo 93 - Shock in my town

Ovvero: rendersi conto improvvisamente che è un anno e un mese quasi che non scrivo qui sopra.

Come rimediare?
Partendo da dove ci eravamo lasciati, Maggio dello scorso anno, Robbie Williams, Torino, il museo del cinema e il viaggio con Beppe.
Tornati a casa, lui ha avuto una serie di rotture di coglioni dall'università, esami imminenti lasciati in sospeso per essere partito tre giorni e catastrofi varie. Questo ha fatto si che iniziassi a pensare di sganciarmi un po' da quella mentalità che mi costringeva ad uscire con il mio ragazzo e basta, specie in vista di un evento importante (come il sesto o settimo concerto di Caparezza GRATIS a Bari) al quale non avrei mai potuto rinunciare perché non in sua compagnia. E così è cominciato un lento e inesorabile allontanamento durato tutto lo scambio culturale (Creattivi a Lavoro) in cui ho reincontrato Didi e Nadya e parlando con quest'ultima mi sono resa conto che con Beppe le cose non andavano da nessuna parte. Allo scambio ho conosciuto Simeone e dopo due anni con Beppe ho pensato che finalmente avevo trovato qualcuno che mi facesse emozionare nuovamente. Tuttavia, si trattava di un fuoco di paglia. Simeone è un bravo ragazzo, ma molto confuso, condizionato dalle aspettative degli altri nei propri confronti e nonostante le mie insistenze mi ha fatto capire che non era il modo giusto di affrontare la rottura con Beppe. Quindi sono arrivati i Madame Clochard, l'ultima sera dello scambio, svestiti i panni della bambolina carina che tappa i buchi ad un'organizzazione già carente, ho conosciuto Michele e con lui ho iniziato a parlare della loro musica e della possibilità di diventare loro corista. Lasciato il mio numero di telefono, con Pierre e Simeone sono andata a bere una sana birra doppio malto senza rimorsi. Poi c'è stato il viaggio a Masseria dei Monelli con Nadya nel cofano e lo scazzo finale con Roberto e Maria per lo schifo che hanno creato a completamento dello scambio. 200€ presi e menati al cesso. Quindi arriviamo all'apice, la partenza per il Salento e l'assenza di Beppe, costantemente costretto a casa da libri ed esami. Doveva essere il mio supplizio, invece è stata una rinascita. In Salento ho riscoperto me stessa, la passione per la fotografia, per la libertà di essere alternativa e socialmente inaccettabile, per la giocoleria, per l'arte e la bellezza delle piccole cose. Michele e Massimo hanno continuato a farmi compagnia durante la vacanza e al mio ritorno sono stati i miei pilastri sui quali ho fondato la nuova me. Certo, loro non lo hanno mai saputo, per loro ero una testa di cazzo e lo sono tuttora, ma la loro presenza mi ha dato il giusto input per affrontare le conseguenze della fine di un rapporto. Per la precisione, la notte del compleanno di Beppe. Si, è stato davvero un colpo basso, ma non mi è fregato minimamente. Io avevo bisogno di riaffermarmi e, seppur a suo discapito, ho dovuto agire secondo ciò che faceva bene a me. Con Michele sono stata particolarmente sincera, infatti l'unica discussione che ho avuto con lui mi ha fatta correre a Bari per chiarire, con Massimo mi sono sentita sempre meno capace rispetto a lui, non so per quale motivo, quindi mi ha tenuta un po' più sotto lo schiaffo anche dopo aver smesso di vederci. Nel mese di Agosto dell'anno scorso ho vissuto duecento esperienze diverse, sono stata a Pulsano con i Madame, al mare con Massimo da Enrico, in giro per Bari, a bere e fumare come se non ci fosse un domani... ricorderò la Tennent's come la migliore amica di quelle serate. Poi è arrivato il concerto dei Madame a Torre Egnazia, e da lì si è capovolto di nuovo tutto. Uno che ride ad una battuta di merda mentre i ragazzi stanno smontando gli strumenti e io che torno a casa senza neanche un bacio dopo una serata passata a fare riprese, fotografie e sbattimenti vari. Quello che rideva mi aggiunge su Facebook e mi chiedo E QUESTO CHE VUOLE? ignorando deliberatamente la sua richiesta. Il social fa la sua parte e continua a suggerirmi che questo vuole mettersi in contatto con me e io, rassegnata, mi dico OK, LO TENGO DUE GIORNI E POI LO CANCELLO. Caso vuole che giochi a SongPop e sto tipo abbia tipo 300000 punti e finisco a sfidarlo così, giusto per dare un senso alla sua presenza. Così lui mi contatta, mi ringrazia per avergli fatto riscoprire questo gioco abbandonato da tempo, io gli rispondo e gli dico che ci gioco solo per perdere tempo e mentre lui "gigioneggia" (per usare un termine che tanto gli garba) io gli dico che esco da una storia di due anni con un tipo e non mi voglio sentire legata sulle note di Cara Ti Amo. Lui si mette a scherzare sul pezzo, su Elio e le storie tese e la musica e le preoccupazioni vanno via. Quindi finisce che ci incontriamo a Monopoli e la sera dopo andiamo a ballare a Torre Caffè. E da lì il resto è stato un'inevitabile discesa verso l'amore. La musica, le stelle, il mare di notte, le candele, le risate e le lacrime. Ogni giorno con lui mi rendo conto che è la persona con cui voglio trascorrere il resto della mia vita. È semplicemente perfetto. Mi auguro che non si accorga del fatto che non sono la persona per lui. Mi spezzerebbe il cuore.

Capitolo 92 - La notte, Gente della notte, Quando sarai lontana, Chissà se stai dormendo

Perché scrivo di notte? Perché il giorno scorre insonorizzato, mentre la notte va via amplificando ogni rumore, anche il ticchettio dei tasti sul portatile. Si tratta di un rumore che amo, mi fa sentire sciolta, libera, come se attraverso le mie dita potessi uscire da queste quattro mura piene di ricordi per tuffarmi in un mare di misteri ed opportunità. Al buio. Come se il ticchettio fosse il rumore dei miei piedi che corrono sull'asfalto bagnato, sotto la pioggia, respirandone l'odore. Mi sento una di quelle persone della canzone di Jovanotti, di quella gente che vive di notte e non esiste traffico e non c'è casino. Oh yeah. Preferisco anche lavorare di notte, leggere, perdermi nelle fantasie più strane e disparate. Vorrei che la notte fosse meno disprezzata. Se dici che lavori di notte, la gente pensa che fai la guardia giurata (nel migliore dei casi) o la puttana (nel peggiore dei casi). Invece trovo tutta la serenità che non posso permettermi durante il giorno. Anche quando in casa non c'è nessuno, di giorno c'è sempre una distrazione diversa. Non ho tempo, non lo trovo e neanche ci provo, a cercarlo. E poi succede come stanotte, sei lì a rimuginare, montare, costruire; finisci un'opera che ti soddisfa più del dovuto e nessuno può darti un parere, uno spiraglio di giudizio, positivo o negativo che sia.
La notte ispira molte anime che non trovano espressione alla luce del giorno. Ed io sono tra queste.