martedì 2 giugno 2015

Capitolo 92 - La notte, Gente della notte, Quando sarai lontana, Chissà se stai dormendo

Perché scrivo di notte? Perché il giorno scorre insonorizzato, mentre la notte va via amplificando ogni rumore, anche il ticchettio dei tasti sul portatile. Si tratta di un rumore che amo, mi fa sentire sciolta, libera, come se attraverso le mie dita potessi uscire da queste quattro mura piene di ricordi per tuffarmi in un mare di misteri ed opportunità. Al buio. Come se il ticchettio fosse il rumore dei miei piedi che corrono sull'asfalto bagnato, sotto la pioggia, respirandone l'odore. Mi sento una di quelle persone della canzone di Jovanotti, di quella gente che vive di notte e non esiste traffico e non c'è casino. Oh yeah. Preferisco anche lavorare di notte, leggere, perdermi nelle fantasie più strane e disparate. Vorrei che la notte fosse meno disprezzata. Se dici che lavori di notte, la gente pensa che fai la guardia giurata (nel migliore dei casi) o la puttana (nel peggiore dei casi). Invece trovo tutta la serenità che non posso permettermi durante il giorno. Anche quando in casa non c'è nessuno, di giorno c'è sempre una distrazione diversa. Non ho tempo, non lo trovo e neanche ci provo, a cercarlo. E poi succede come stanotte, sei lì a rimuginare, montare, costruire; finisci un'opera che ti soddisfa più del dovuto e nessuno può darti un parere, uno spiraglio di giudizio, positivo o negativo che sia.
La notte ispira molte anime che non trovano espressione alla luce del giorno. Ed io sono tra queste.

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