lunedì 25 luglio 2016

Capitolo 101 - Il timido ubriaco

Sposa, domani ti regalerò una rosa.


Non ti inviterei al mio matrimonio. MANCO MORTA. Tu non meriti di vedermi felice né di partecipare alla festa, le bomboniere, la torta... no! 
Che cazzo vuoi?

Questo è quello che in preda al secondo Sex on the beach ho appuntato su un quaderno al volo durante la serata post matrimonio di Cristina e Carlo. Sono stata in preda al delirio a causa della presenza di Mirko, il fidanzato storico di Cristina, invitato alla festa assieme alla compagna. Non è così che mi immagino il mio matrimonio. Non esiste. Mirko lavora con Carlo ora e la cosa è inconcepibile già così. Tu dici: "Cristina ha voltato pagina, ha una figlia, un lavoro, fa una vita nuova.". Si, ma Mirko è lì. Non se ne è mai andato. E forse per lei non conta, ma sa che c'è.

Con il mio matrimonio sarà diverso. Azzardatevi a presentarvi e quant'è vero che mi chiamo Valeria vi tiro una scarpa.

sabato 9 luglio 2016

Capitolo 100 - Vaffanculo

E finalmente arriviamo a cento. Perché questa bella canzone di Marco Masini? Perché oggi ho subito una censura da qualcuno che censurerebbe anche sua madre se la pensasse diversamente da lui, perché mi sono spinta a scrivere: "Amiche (o presunte tali) che mi dicono di non fidarsi più di me a causa di pettegolezzi messi in giro dai preadolescenti, scazzo, rotture di palle e tanto caldo.". Chi mi legge con costanza (e soprattutto IO che mi leggo praticamente sempre) sa quanto mi sia costato non sputare in faccia al lettore il nome ed il cognome dell'interessata. Adesso inizia la parte divertente: il compagno scrive sotto il link al blog "quelli che parlano in faccia...". Io colgo la palla al balzo e dico: "Ho già parlato in faccia e metterlo su Fb piuttosto che tenerlo nascosto da qualche parte ne è la dimostrazione. O no, @tiziodelmistero?". Da qui siamo arrivati a millantare querele e controdenunce per farmi togliere quella parte. Ho replicato che non vedevo l'offesa, ho solo detto quello che è successo. Ad un certo punto mi è sembrato anche di sentire: "Se non lo fai non siamo più amici", ma non posso giurarlo. Come se, dopo avermi minacciata, potessi ancora pensare di essere tua amica. Il tutto concluso con un bel "Sei una brava ragazza, fai tante cose buone, ma te ne esci con certe cose veramente infantili". Disse quello che aveva staccato col mignolino per difendere l'onore scalfito nel profondo della propria donna. Tutto potrebbe essere concluso con un bel MA VAI A CACARE, come mio solito, se non fosse che queste persone fanno il mestiere più bello del mondo: insegnano musica, precisamente la donna lesa nell'orgoglio è la mia maestra di canto, Angela. Ora aspetto la querela.
Perché lo sto scrivendo? Perché se prima le cose si facevano alla luce del sole e ciononostante mi è stato riversato addosso tutto questo, ora mi limito al mio bello spazietto blogspottiano, ma almeno mi libero di tutto quello che devo dire, senza allusioni varie. La cosa peggiore è che lei è una povera vittima. Ieri mi ha chiesto perché avessi scritto quella frase e le ho spiegato che sentirmi dire che non ci si può più fidare di me non mi ha sicuramente fatto fare i salti di gioia. Lei ne ha preso atto e mi ha chiesto di non far finire su Fb certe cose perché la gente ci avrebbe cucito sopra. Le ho ribadito che nessuno sapeva della nostra discussione e attribuire quella frase a lei è stata una sua propria interpretazione. La discussione è finita lì, per me. Quando poi ho trovato il commento del compagno ho detto: "Questo è idiota, si è appena dato la zappa sui piedi. Avrebbe potuto fare l'indifferente e nessuno avrebbe mai pensato a chi potesse essere riferito.". Conclusione della cosa: dovevo sfogare. Ora so che questo intervento resterà qui, che non andrà su Facebook e non ci saranno altre discussioni solo perché sono convinti di aver avuto l'ultima parola. Ma sono INFANTILE, quindi GNE GNE GNE ve l'ho fatta sotto il naso. A parte queste stronzate, avevo bisogno di scrivere. Forse non lo capiscono, ma razionalizzare queste cose sul MIO blog mi fa prendere le distanze dalle cose che succedono. Fatto sta, che prima di cancellare il post e prima di cancellare la frase, l'intervento è stato letto da una ventina di persone, alcune provenienti dal social, altre di passaggio. Quindi, ormai, fatto trenta, facciamo trentuno!

È uscito il mio libro. Fino ad oggi ho venduto 30 copie. Non sono tante, ma non sono poche. Sono abbastanza soddisfatta, quindi VAFFANCULO, ce l'ho fatta. È proprio ricorrente questo titolo.
Insomma, senza dilungarmi ulteriormente, mi sto togliendo dei sassolini dalle scarpe. Quindi brindiamo a questo cento, alle copie vendute e a quelle da vendere, alle risate e alle cose dette in faccia, ma che si preferisce non sapere. Perché quando sono critiche positive, siamo una famiglia. Quando qualcosa non va, sono querele.

venerdì 13 maggio 2016

mercoledì 20 aprile 2016

martedì 29 marzo 2016

Capitolo 97 - Wake up!

Le ragazze sono cresciute. Alcune si sono sposate, altre sono in cerca dell'amore, altre ancora rincorrono i propri sogni, ma sono passati degli anni. Le loro vite sono cambiate, il passato è passato. I ragazzi invece sono rimasti fermi lì. Sono giunta alla conclusione che non siano in grado di guardare avanti senza voltarsi e lasciarsi alle spalle tutto. Non tutti i ragazzi, alcuni di loro ce l'hanno fatta. Hanno dimenticato e voltato pagina. Altri no. Senza la voglia, l'intenzione e neanche l'aspirazione che gli permetta di farlo. Perché ostentare le cicatrici fa figo. Tipo Rambo. Ma meno virile. Tipo: "Sai, la mia ex ragazza mi ha spezzato il cuore... sono ancora sotto shock. Nessuno mi ama e avrei bisogno di qualcuno che si prenda cura di me.". Mi fa schifo. Davvero. Ognuno ha i suoi metodi per rimorchiare, per carità, ma ricorrere alla compassione è davvero orribile. Falsa, tra l'altro. Perché non posso pensare che sia tutta così questa vita, piena di Sto Male, Mi Ha Lasciato e Voglio Morire. Ma poi pensate di non essere in grado di fare altrimenti? Conosco qualcuno che pur di non sforzarsi di inventarsi tecniche nuove va a ricontattare le ex storiche con la speranza di concludere qualcosa. E qualcuna ci sta pure.
Si, ok, l'ho fatto anche io, ma per comodità, non per necessità. Ho anche trovato persone in grado di rinunciare ad una sana scopata piuttosto che al proprio status di cane bastonato. E questa è follia. Perché se l'intento è il rimorchio, qualcosa non quadra. Ragazzi, non è che non rispetti il vostro dolore: ci sta soffrire se si tiene a qualcuno e si viene scaricati. È naturale. Non lo è dopo due, tre, sei anni. Questo vuol dire che avete bisogno di uno specialista o che state palesemente fingendo. Il rancore? Se sei felice (e tu lo sai...) non te ne può fregare di meno. Non lo dico per dire, cacchio. Parlo per esperienza diretta! Ognuno di noi ha sofferto: dal primo giocattolo rotto alla separazione più drastica da qualcuno di importante, è inutile negarlo. La felicità, tuttavia, sta nell'apprezzare (e desiderare) ciò che si ha. So di aver provveduto a creare dolore: Renato l'ho mollato per il suo compagno di banco, Enzo per Simone e successivamente per Federico, Gennaro perché era un troglodita, Chris per Beppe, Beppe per sfinimento. In tutti questi passaggi, ovviamente, anche io ho ricevuto i miei trattamenti e mi sono stata al mio posto. Non sono andata a ricontattare i diretti fautori delle mie disgrazie scaricandogli addosso letame. E sapete perché? Perché la mia felicità era già abbastanza. Ragazzi, forse sembrerà strano, ma vedere queste persone felici ora come ora è una bella cosa. Vuol dire che, nonostante con me non abbia funzionato (ed è palese) non si sono persi d'animo ed hanno trovato la loro strada. Ovviamente non vale per tutti. Ci sono ancora quelli che, dopo anni, stanno qui a rinfacciarti cose delle quali te ne fregava poco prima, figurati adesso.
Non voglio fare valutazioni affrettate perché finisce sempre che me le rimangi, però:

  • faccio un bel lavoro
  • esco con un bel ragazzo
  • seguo la mia passione
  • tra qualche tempo pubblicheranno il mio libro
  • sono soddisfatta del mio aspetto e del mio carattere
...cosa volete che me ne freghi se state ancora sfrigolando nell'olio bollente dell'ira?

Wake up, guagliù! SVEGLIA!

sabato 12 marzo 2016

Capitolo 96 - Chiedi chiedi

Io non riesco a capire.
Come possono le persone immaginare di avere un gruppo di amici? La fiducia va guadagnata giorno dopo giorno, decidere di condividere il proprio tempo con qualcuno deve essere una scelta appropriata. Il tempo è prezioso e donarlo a chi non se lo merita è un sacrilegio. È vero, io mi incazzo troppo facilmente, e questo il mio stomaco lo sa, per questo è così sensibile. Eppure mi sembra di vedere tutt'intorno un'inutile massa di decerebrati pronti a proteggersi e scannarsi per un'unghia. Si, potete anche dirmi che non abbia avuto fortuna. I migliori amici che abbia avuto in tutta la vita possono contarsi sulle dita di una mano:
- Sara, la mia amica d'infanzia. Il tempo e la crescita ci hanno allontanate, ma è stata un'ottima confidente. Promossa.
- Fabio, l'elfo. Il fratello che avrei voluto, l'idiota che mi ha rovinato la vita. Ha fatto troppo male per essere ricordato per il resto. Bocciato.
- Ambra, la mia compagna di banco. Avrei dovuto lasciarla lì, seduta a copiare le parafrasi di Dante invece di darle casa mia, le serate fuori e la bresaola (è una storia di gastrite e convenienza, ne riparlerò un giorno). Bocciata.
- Daniele. E sappiamo tutti com'è andata.

Ho perso la voglia di provarci, perché mi sono arresa. Non per pigrizia, sia chiaro. Il problema è che nessuno è come dice di essere. "Chi chiagne fotte a chi rir'!" recita un detto napoletano ed è proprio così. Chi si mette maschere di sofferenza ed autolesionismo è in realtà quello che sferra il primo colpo, magari alle spalle, per essere ancora più infame. E per non farsi vedere, ovviamente. Sono sempre stata troppo scema io. Ho dato, dato, perdonato, ridato ancora fiducia e ne ho sempre ricevuto amarissime delusioni o repentini distacchi. E sapete perché? Perché mi piace riderci su, mi piace sdrammatizzare quando si può, rendere le cose meno stucchevoli quando troppo melense e più rilassate quando entrano in ballo dei sentimenti forti. Perché i sentimenti forti sono sempre i miei, tra l'altro. E visto che ormai la scorza si è formata, quando mi raccontano di certe dinamiche di gruppo, rido. Perché non avete idea di cosa c'è dietro. C'è arrivismo, interesse personale, corsa a chi è meglio di chi, egocentrismo e pura follia. Homo homini lupus: si citava Plauto quando Hobbes parlava di quella natura umana fatta di sopraffazione ed egoismo. Il povero Emilio di Rousseau non le ha mai viste certe cose, lui è puro. E mi pare che questi presunti puri siano troppi. Quindi le opzioni sono due: o viviamo in un mondo in cui immaginiamo che tutta la nostra vita sia una fiabesca successione di eventi piacevoli, uccellini canterini e amici che si butterebbero al fiume se solo glielo chiedessimo oppure, più semplicemente, il prosciutto sugli occhi è talmente spesso da non farci notare che mentre noi guardiamo sognanti un gabbiano nel cielo, c'è già qualcuno che punta a mangiarselo (sperando che gli basti e non decida di sferrarci un attacco a sorpresa).
Aprite gli occhi, che a chiuderli non ci vuole niente.

giovedì 10 marzo 2016

Capitolo 95 - Io sono quello che so

Ci avete rotto.
È vero, faccio un lavoro senza orari prestabiliti, capi, uffici e stipendio. Esiste un numero di telefono che spesso è libero e nessuno risponde. Tutto ciò, tuttavia, non giustifica questo tipo di atteggiamento. Le persone che conosco meglio mi contattano nei momenti meno indicati per sapere cose sul mio lavoro. Allora, ragazzi belli, la storia è facile: finché scrivo cose sull'Associazione, ne parlo, faccio promozione, potete rompermi le palle fino al giorno successivo su tutto quello che vi passa per la testa in merito a scambi culturali, viaggi, servizio volontario europeo, laboratori di cittadinanza attiva, corsi di lingua e chi più ne ha più ne mette. Quando sono fuori servizio, sono fuori servizio. Non ci dovete scassare il cazzo. Al mio compleanno voglio festeggiare, non fare tesseramento. Quando sono fuori casa non voglio ricevere messaggi che mi chiedono informazioni sugli eventi in programma perché c'è scritto espressamente INVIA UNA MAIL A VENTIDISCAMBIO@LIBERO.IT.


lunedì 7 marzo 2016

Capitolo 94 - Ricominciamo

Dunque (non si inizia mai una frase con dunque, ma è il mio blog e la sintassi la decido io. Zah.), siamo alle solite. Mi riprometto di scrivere, di sbattermi con la testa sulla tastiera ed aggiornare questo spazio e mi ritrovo dopo quasi un anno a non averlo ancora fatto. Qual è la soluzione? Prima di tutto incollare l'aggiornamento da un altro blog che non si fila nessuno (e andrò a farlo tra pochissimo) e poi inserire un altro account amministratore collegato a quello che uso maggiormente, perché se devo pensare di connettere e disconnettere ogni volta che ho la vaga intenzione di scrivere, finisce in un bidone. Quindi l'auspicio è che d'ora in poi riesca a ritagliarmi lo spazio serio un po' più spesso. Andiamo con ordine.

Resoconto 2015

356 giorni dopo.

Gennaio: Piero a faccia in giù nella neve. È l'immagine più dolce che ho di lui, con uno sci al piede e l'altro lontano, il cappello storto e gli occhiali da sole a sei metri. Ci siamo fatti le foto dopo la caduta con lo spirito del "Dovessi morire alla prossima discesa, almeno hai delle foto con me!". Poi c'è Paillettes ed point noirs, il nostro successo, ma quella è un'altra storia. Il 7 Gennaio mi sono iscritta alla Scuola del Rock, in quel giorno è cominciato il sogno.
Febbraio: Smells like teen spirit al Living Room di Putignano con successiva crisi mistica per aver cantato live davanti ad un pubblico vero. Il mio compleanno con degli amici scelti e la jam improvvisata nel salone di casa mia. Mario ed Angela, il vino, le chitarre e le risate. E poi, ovviamente, il matrimonio dell'anno: Eleonora e Gianni, una cerimonia bellissima, tanto vino, Piero che mi fa volare mentre balliamo, i fuochi d'artificio e le guantiere di paste.
Marzo: cicciosità a non finire. Zeppole, ciambelle e chi più ne ha più ne metta, Erika compie 18 anni e quale occasione migliore per continuare a mangiare l'impossibile? Duetto con mio padre su Father and son di Cat Stevens, Jam Sessions ed il Trio Bobo a Molfetta. Faso che chiacchiera con noi come se ci conoscessimo da una vita e Piero con l'espressione di un bimbo a cui hanno regalato il trenino dei suoi sogni.
Aprile: Caparezza al Palaflorio. Pasquetta dalla nonna di Piero con tutta la sua famiglia, Nonna Elena è la persona più dolce dell'universo e suo nipote ne è la conferma. Finalmente conosciamo Lola e Luna, le mie pro-pro-pro oh insomma, le figlie di Alessandro e Cristina. Compleanno di Angela e concerto in suo onore, inaugurazione della nuova sede dell'associazione e, a parte degli scazzi con qualche idiota che non sa tenere la lingua a posto, un onomastico sereno e l'inizio delle prove con il gruppo di Lino. Intanto Mario segue la mia ispirazione musicale e mi permette di cantare Leading My Soul, la mia canzone. Per poco non piango, ma ci sono tutti a sostenermi e l'emozione è indescrivibile. Il 29 aprile spedisco il plico al Garp Festival dopo aver scritto il finale del libro. L'ho fatto davvero?!
Maggio: maratone di Star Wars e prove dei Guns 'N Roses a parte, fa caldo ed è tempo di mare. Majid festeggia il suo matrimonio a Conversano ed esce Cari Mostri di Stefano Benni. Quando siamo belli tranquilli e abbiamo in programma una comunione ed una cresima dei cuginetti di Piero, arriva la mail dal Garp: "Abbiamo ricevuto tutto, la premiazione è il 22 Maggio, dovresti esserci.". Biglietti del treno, valigie, stazione, Mercato delle Erbe. Ovvio attacco di panico mentre intervistano Lo Stato Sociale in attesa che proclamino il vincitore del premio. Alle 23.06 tremo sulla sedia. Morozzi si decide a proclamare il vincitore mentre Piero mi stringe la mano e con l'altra registra con la reflex. "Vince il premio Garp 2015: Storia di Lei.". E muoio, letteralmente. In piedi, braccia in aria in segno di vittoria, saltello verso le scrivanie dietro le quali sono seduti scrittori, editori e artisti vari con un sorriso che va da un orecchio all'altro. Storia di Lei diventerà un libro.
Giugno: mare, sole, pranzi romantici e serate a base di Castle. Quando qualcosa funziona bene viene naturale!
Luglio: altro matrimonio a sorpresa, Marika e Gigi ci fanno apprezzare la compagnia di parenti che non vedevo da secoli e ballare fino a notte fonda nonostante la storta alla caviglia presa sugli scogli al mare con Piero. Tutto sommato, per ogni cosa che si rompe, se ne ripara una nuova; iniziano i saggi di fine corso della Scuola del Rock e la serata finale è un evento sensazionale. Purtroppo è necessario anche fare i conti con la realtà ogni tanto, quando sembra che tutto proceda bene, mio nonno ci lascia.
Agosto: cavalli, isterismi, Alessandra, Minions. Il primo anno con Piero, una passeggiata a cavallo e i pantaloni strappati. Giri turistici con Alessandra e Stefano tra Monopoli ed Alberobello.
Settembre: in viaggio con Piero, finalmente. Gallipoli, Rivabella, Nardò, Porto Cesareo, Lecce, Leuca, Sannicola, quel posto con le torri erse nel mezzo del nulla, i pasticciotti, il ventilatore che fa il bordello di notte, luci spente e zanzare in agguato, ovetti e sorprese, la Taverna dei Viandanti dove si mangia a poco prezzo e si sta bene, io che dormo sulla spiaggia e Piero che si prende cura di me, la Coca Cola ghiacciata, i fenicotteri, la playlist del viaggio, le canzoni degli Zio Ematitos e quella voglia di non tornare a casa mai più. Il tramonto sul mare, insieme. L'esame d'ammissione al consevatorio, Elio E Le Storie Tese ad Orta Nova con gli autovelox che non ci hanno preso.
Ottobre: Milano da Alessandra, nottate di chiacchiere, lacrime e sorrisi, pioggia, musei, Duomo e Monumentale, libertà e senso d'appartenenza ad una città sconosciuta, Expo e tanta delusione, Sushi e un ciao malinconico dal finestrino del pullman. Per consolarci, una bella cenetta in due a Terrearse.
Novembre: la palestra, dannazione. Mi sono fatta convincere, fino alla fine. Teatro con Piero a vedere Max Giusti, sagra del Novello a Conversano, film e Real Time. Aspettando Masterchef studio John Lennon e le sue canzoni. Ovviamente se posso mi rendo utile. Quindi lezione alla Scuola del Rock su Caparezza. Dovrebbero darmi una laurea per tutto quello che ho studiato su di lui.
Dicembre: famiglia, amici che ritornano, la fit boxe che diventa una sana abitudine, i mercatini dell'antiquariato, Star Wars: Il Risveglio della Forza, i concerti di Natale, pranzoni, cenoni e tante calorie a coronare un natale dolce e senza troppe pretese. Per concludere il mese e l'anno in bellezza, una grande festa alla Scuola del Rock, pizze, pandori, ricchi premi e cotillon.


Questo è stato il mio 2015. Qualcosa l'avevo già detta, qualcosa no, fatto sta che va tutto bene. Ho una routine abbastanza stressante che mi lascia poco tempo per l'ansia, nonostante i miei onnipresenti dolori di stomaco non mi abbandonino mai. Piero è un ragazzo fantastico e l'idea di un futuro con lui è sempre più radicata. Ha una pazienza infinita e non ha bisogno che gli dica bugie. Mi conosce fin troppo bene. E questo mi fa stare molto tranquilla perché non ho più bisogno di nascondermi per stare a mio agio. Abbiamo visto insieme il concerto dei Musica Nuda e sono molto motivata a fare sempre meglio sul piano artistico. Qualche settimana fa ho firmato il contratto con Caracò, quindi si preannuncia un periodo pieno di sorprese come direbbe Bersani. Incrociamo le dita.