sabato 12 marzo 2016

Capitolo 96 - Chiedi chiedi

Io non riesco a capire.
Come possono le persone immaginare di avere un gruppo di amici? La fiducia va guadagnata giorno dopo giorno, decidere di condividere il proprio tempo con qualcuno deve essere una scelta appropriata. Il tempo è prezioso e donarlo a chi non se lo merita è un sacrilegio. È vero, io mi incazzo troppo facilmente, e questo il mio stomaco lo sa, per questo è così sensibile. Eppure mi sembra di vedere tutt'intorno un'inutile massa di decerebrati pronti a proteggersi e scannarsi per un'unghia. Si, potete anche dirmi che non abbia avuto fortuna. I migliori amici che abbia avuto in tutta la vita possono contarsi sulle dita di una mano:
- Sara, la mia amica d'infanzia. Il tempo e la crescita ci hanno allontanate, ma è stata un'ottima confidente. Promossa.
- Fabio, l'elfo. Il fratello che avrei voluto, l'idiota che mi ha rovinato la vita. Ha fatto troppo male per essere ricordato per il resto. Bocciato.
- Ambra, la mia compagna di banco. Avrei dovuto lasciarla lì, seduta a copiare le parafrasi di Dante invece di darle casa mia, le serate fuori e la bresaola (è una storia di gastrite e convenienza, ne riparlerò un giorno). Bocciata.
- Daniele. E sappiamo tutti com'è andata.

Ho perso la voglia di provarci, perché mi sono arresa. Non per pigrizia, sia chiaro. Il problema è che nessuno è come dice di essere. "Chi chiagne fotte a chi rir'!" recita un detto napoletano ed è proprio così. Chi si mette maschere di sofferenza ed autolesionismo è in realtà quello che sferra il primo colpo, magari alle spalle, per essere ancora più infame. E per non farsi vedere, ovviamente. Sono sempre stata troppo scema io. Ho dato, dato, perdonato, ridato ancora fiducia e ne ho sempre ricevuto amarissime delusioni o repentini distacchi. E sapete perché? Perché mi piace riderci su, mi piace sdrammatizzare quando si può, rendere le cose meno stucchevoli quando troppo melense e più rilassate quando entrano in ballo dei sentimenti forti. Perché i sentimenti forti sono sempre i miei, tra l'altro. E visto che ormai la scorza si è formata, quando mi raccontano di certe dinamiche di gruppo, rido. Perché non avete idea di cosa c'è dietro. C'è arrivismo, interesse personale, corsa a chi è meglio di chi, egocentrismo e pura follia. Homo homini lupus: si citava Plauto quando Hobbes parlava di quella natura umana fatta di sopraffazione ed egoismo. Il povero Emilio di Rousseau non le ha mai viste certe cose, lui è puro. E mi pare che questi presunti puri siano troppi. Quindi le opzioni sono due: o viviamo in un mondo in cui immaginiamo che tutta la nostra vita sia una fiabesca successione di eventi piacevoli, uccellini canterini e amici che si butterebbero al fiume se solo glielo chiedessimo oppure, più semplicemente, il prosciutto sugli occhi è talmente spesso da non farci notare che mentre noi guardiamo sognanti un gabbiano nel cielo, c'è già qualcuno che punta a mangiarselo (sperando che gli basti e non decida di sferrarci un attacco a sorpresa).
Aprite gli occhi, che a chiuderli non ci vuole niente.

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