sabato 9 luglio 2016

Capitolo 100 - Vaffanculo

E finalmente arriviamo a cento. Perché questa bella canzone di Marco Masini? Perché oggi ho subito una censura da qualcuno che censurerebbe anche sua madre se la pensasse diversamente da lui, perché mi sono spinta a scrivere: "Amiche (o presunte tali) che mi dicono di non fidarsi più di me a causa di pettegolezzi messi in giro dai preadolescenti, scazzo, rotture di palle e tanto caldo.". Chi mi legge con costanza (e soprattutto IO che mi leggo praticamente sempre) sa quanto mi sia costato non sputare in faccia al lettore il nome ed il cognome dell'interessata. Adesso inizia la parte divertente: il compagno scrive sotto il link al blog "quelli che parlano in faccia...". Io colgo la palla al balzo e dico: "Ho già parlato in faccia e metterlo su Fb piuttosto che tenerlo nascosto da qualche parte ne è la dimostrazione. O no, @tiziodelmistero?". Da qui siamo arrivati a millantare querele e controdenunce per farmi togliere quella parte. Ho replicato che non vedevo l'offesa, ho solo detto quello che è successo. Ad un certo punto mi è sembrato anche di sentire: "Se non lo fai non siamo più amici", ma non posso giurarlo. Come se, dopo avermi minacciata, potessi ancora pensare di essere tua amica. Il tutto concluso con un bel "Sei una brava ragazza, fai tante cose buone, ma te ne esci con certe cose veramente infantili". Disse quello che aveva staccato col mignolino per difendere l'onore scalfito nel profondo della propria donna. Tutto potrebbe essere concluso con un bel MA VAI A CACARE, come mio solito, se non fosse che queste persone fanno il mestiere più bello del mondo: insegnano musica, precisamente la donna lesa nell'orgoglio è la mia maestra di canto, Angela. Ora aspetto la querela.
Perché lo sto scrivendo? Perché se prima le cose si facevano alla luce del sole e ciononostante mi è stato riversato addosso tutto questo, ora mi limito al mio bello spazietto blogspottiano, ma almeno mi libero di tutto quello che devo dire, senza allusioni varie. La cosa peggiore è che lei è una povera vittima. Ieri mi ha chiesto perché avessi scritto quella frase e le ho spiegato che sentirmi dire che non ci si può più fidare di me non mi ha sicuramente fatto fare i salti di gioia. Lei ne ha preso atto e mi ha chiesto di non far finire su Fb certe cose perché la gente ci avrebbe cucito sopra. Le ho ribadito che nessuno sapeva della nostra discussione e attribuire quella frase a lei è stata una sua propria interpretazione. La discussione è finita lì, per me. Quando poi ho trovato il commento del compagno ho detto: "Questo è idiota, si è appena dato la zappa sui piedi. Avrebbe potuto fare l'indifferente e nessuno avrebbe mai pensato a chi potesse essere riferito.". Conclusione della cosa: dovevo sfogare. Ora so che questo intervento resterà qui, che non andrà su Facebook e non ci saranno altre discussioni solo perché sono convinti di aver avuto l'ultima parola. Ma sono INFANTILE, quindi GNE GNE GNE ve l'ho fatta sotto il naso. A parte queste stronzate, avevo bisogno di scrivere. Forse non lo capiscono, ma razionalizzare queste cose sul MIO blog mi fa prendere le distanze dalle cose che succedono. Fatto sta, che prima di cancellare il post e prima di cancellare la frase, l'intervento è stato letto da una ventina di persone, alcune provenienti dal social, altre di passaggio. Quindi, ormai, fatto trenta, facciamo trentuno!

È uscito il mio libro. Fino ad oggi ho venduto 30 copie. Non sono tante, ma non sono poche. Sono abbastanza soddisfatta, quindi VAFFANCULO, ce l'ho fatta. È proprio ricorrente questo titolo.
Insomma, senza dilungarmi ulteriormente, mi sto togliendo dei sassolini dalle scarpe. Quindi brindiamo a questo cento, alle copie vendute e a quelle da vendere, alle risate e alle cose dette in faccia, ma che si preferisce non sapere. Perché quando sono critiche positive, siamo una famiglia. Quando qualcosa non va, sono querele.

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