venerdì 23 marzo 2012

Capitolo 59 - By the way

A proposito, le cose vanno strane.
Un po' come questo pezzo, inizia quasi come una canzoncina pop, tranquilla, di quei ritornelli orecchiabili e inoffensivi. Poi Bum. Inizia un groove che ti fa perdere il tempo e la ritmica.
In questo periodo è un po' così. Ho aperto il mio mondo della scrittura a persone che non pensavo, ho fatto sentire la mia voce (e non solo cantando) nel gruppo che sto mettendo su mettendo a posto chi non si fa i fatti suoi, le ho cantate a gran voce a quella cessa di Celeste che non è capace nemmeno a ballare la macarena e, ahimè, ho rinunciato al Kosovo. Sarei dovuta partire il 16 aprile, ma mi sono resa conto di non volerlo davvero. A dirla tutta ci sarebbe anche stata la possibilità di incontrare Peppe partendo da Milano, ma non ho voluto. Non voglio farmi illudere e deludere di nuovo. Sarò anche pessimista, ma in questo periodo mi sto cercando di costruire quel famoso guscio che non riesco a mettere in pratica. Sarà che la primavera è meno luminosa quando te l'aspetti. Sarà che mi sto rammollendo. Sarà che mi manca Bender e quelle sue serate alcoliche. Sarà che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Mi scoccia metterci sempre il Vorrei, sembra che sia incontentabile, ma il punto è che, miei cari lettori solitari, i miei vorrei raramente vedono la luce del sole. Si fermano dentro questa stanza che vorrei fosse buia ed illuminata da una tv a tubo catodico che trasmette solo nebbia e starmene seduta su una poltrona enorme ascoltando un 33 giri di quel jazz che non annoia, o qualche bel brano di musica classica, con lo sguardo perso nel vuoto di una parete spoglia, a ricordare, sorridere e ridere del fatto stesso che stia ricordando e sorridendo da sola. Mi piacerebbe vivere in quell'appartamento, piccolo ma accogliente, almeno per me. In quella casa c'è posto solo per una persona e sono io, o dovrei esserlo. Ci sono giornali sparsi sul tavolino ed un bicchiere di Martini senza sottobicchiere suda gocce d'acqua... il ghiaccio al suo interno si sta sciogliendo lentamente. Poi entra lui, mi cinge le spalle e mi bacia sul collo, proprio dove sa che mi piace. Mi lascia sola, accendendomi una candela nell'angolo buio della stanza. Mi alzo a spegnerla e torno al mio spazio. Dentro di me c'è solo musica, fuori di me solo silenzio. C'è profumo di dolci nell'aria, mi piacerebbe che venisse dalla mia cucina, ma la mia arte culinaria lascia a desiderare. L'anziana donna che vive qui accanto, invece, sa il fatto suo. Poggio la testa allo schienale, respiro profondamente.

Finalmente sono a casa.

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