Scrivere di notte, con una tisana fumante sulla scrivania, in una strada buia, senza sapere dove andare ma con la voglia di continuare a camminare. Scrivere, incessantemente, oberata di appunti e post-it con cose da fare e da ricordare. Scrivere di nuovo, ma stavolta senza qualcosa da dire, giusto per far andare i pensieri, per far fluire questa forza che causa insonnia e ansia, per gustare la tisana ascoltando un brano dimenticato da tempo. Scrivere volendo partire da Baustelle, Bersani e Battiato e cominciare a scrivere quando arriva Clapton. Scrivere di qualcuno che non c’è mai stato, o che c’è stato e non c’è più, scrivere per ricordare o per dimenticare. Scrivere per cambiare il finale. Senza pensieri e con la mente affollata di parole da scrivere. Scrivere di noi, chi siamo e come siamo cambiati da allora. Scrivere con quella sigaretta accesa nel posacenere a forma di tartaruga che avrei tanto voluto comprare da quel mercatino, quella volta. Scrivere con il fumo nella stanza, i King Crimson nelle cuffie ed i sogni nel cassetto, quello in fondo alla stanza, impolverato e pieno di ricordi e foto e biglietti che non vorresti conoscere né rivedere. Scrivere di sentimenti, o di avvenimenti, o di semplici impressioni. Scrivere e sentirsi in colpa per non averti scritto, per non salutarti ancora o ricordarti che faccio il tifo per te e che arriverai a raggiungere i tuoi traguardi, o per non essere lì a contare i giorni che mancano al momento in cui ci rivedremo, per qualche ora, come qualche anno fa. E stavolta magari con la neve davanti ad un caffè. Scrivere con il sorriso, ripensando a te che dormi sul divano stringendomi la mano, o che mi sorridi appena sveglio e che non leggi tra le righe quando dovresti e cerchi l’equivoco per litigare e per fare pace. Scrivere per ritrovarmi, per riprendermi, per continuare il romanzo che non finirà mai, i fantasmi che stanotte non fanno paura, ma ascoltano le stesse mie note seduti in un angolo buio della mente. Scrivere per lasciare traccia di quel che è. Rincorrere una virgola sfuggente, per ritrovarsi in un mare di parole senza punteggiatura.
Tornare a scrivere.
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